Ieri alle 15:00 nella sala stampa di Trigoria, Daniele De Rossi ha chiarito a tutti il suo futuro. Ecco tutte le sue dichiarazioni:
MANCHESTER CITY
“Oggi posso raccontare la mia verità, durante la conferenza che faccio ogni anno. A Irdning non potevo parlare perché cercavo di capire fino a che punto le voci potessero arrivare, volevo trovare la quadratura del cerchio. Non ho detto nulla in Nazionale per rispetto vostro. Ho deciso di dire qualcosa oggi, ma non è mia intenzione annunciare la terza guerra mondiale. Se vogliamo parlare dell’interessamento nei miei confronti di altre squadre, credo si tratti di offerte come sempre presenti per i giocatori importanti. E su questo ritengo importante dire la mia: io sono qui, sto bene a Roma e non ho mai chiesto a nessuno di andare via. Si è parlato di messaggi di Mancini, telefonate e frasi: è stato scritto di tutto. Mentre alcuni articoli mi fanno sorridere perché sono stati scritti sempre dalle stesse persone con le quali ho cause in corso, altri sono gravi e possono far pensare male la gente. Posso promettere che il giorno che vorrò andare via dalla Roma, anche se dubito che possa accadere perché ho 29 anni, verrò qua e mi prenderò le giuste responsabilità, dicendolo a tutti. Questo finora non è successo mai, né con i dirigenti della Roma, né con quelli di altre squadre. Questa è la mia verità e spero che ci crediate. Confido che l’onestà dimostrata durante la mia carriera sia una garanzia da questo punto di vista. Io non ho mai chiesto di andare via dalla Roma”.
GLI INCEDIBILI
“È difficile quantificare una proposta indecente, perché c’è chi pensa che io possa valere 100 e chi pensa 0. Credo che il discorso di Sabatini sul fatto che nessuno possa esser considerato incedibile sia vero e il calcio ci ha sempre detto questo. Nel passato è stato venduto Zidane assieme a tanti altri calciatori fortissimi, figuriamoci se non posso essere messo in discussione io, tanto meno davanti a una offerta importante. So che per la gente rappresento un valore affettivo notevole: si è visto anche l’altra sera durante l’amichevole. E tendo sempre a sperare di essere considerato importante non solo perché sono romano, ma perché sono bravo a giocare a calcio”.
OFFERTE CONCRETE
“Sono stato cercato dalla squadra che conoscete tutti, anche se potrei fare altri nomi che non rappresentano offerte degne di questo nome. Anche durante l’Europeo qualcosa si sentiva, ma passi più importanti li ha fatti il club che sapete. Rapporti con Mancini? Il mio contatto è sempre il mio procuratore. Io parlo con lui, che fa il mio interesse. Con Mancini sono entrato in contatto una sola volta. Gli ho detto quello che pensavo. La stima tra noi è reciproca, faccio il tifo per lui ma non è un amico che sento frequentemente. Se la pressione è stata forte? È stata più mediatica e il discorso è finito subito. Hanno anche riportato una frase di Mancini, per la serie “se rimani a Roma fai la fine di Totti”. A me parole simili non sono mai state pronunciate. L’allenatore del City, da quello che so, stima Totti in maniera incredibile. Il Capitano finirà la carriera minimo con uno Scudetto e io ci metterei la firma. Certo, è poco per uno come lui: si meriterebbe premi più ambiziosi. Io sono forte, ma non ho il suo talento. Vincere uno Scudetto nei prossimi cinque anni significherebbe chiudere la carriera nel migliore dei modi, anche se è normale che vorrei vincerne cinque”.
SCELTE
“Se la Società ha mai pensato di cedermi? Questa è ovviamente una domanda alla quale credo che debba rispondere la Società. Ma, detto questo, so che la Società stessa ha dimostrato di puntare su di me facendomi poco tempo fa un contratto importantissimo, a cifre che difficilmente potremo vedere in Italia in futuro. Da par mio, poi, la scelta l’ho fatta cinque mesi fa, anzi per certi versi 30 anni fa, alla nascita, ma comunque la confermo anche ora: cinque mesi fa al momento della firma nevicava, ma non è che, ora che fanno 40 gradi ed è estate, la mia opinione cambia con il clima! (ride, ndr.). Ripeto, io non ho mai pensato ad andare via.
Cosa farei se la Società mi volesse vendere? Sia al procuratore, sia alle società che mi cercavano e sia alla Roma io ho sempre riposto che volevo restare qui. Se il Club un giorno non mi volesse nel progetto per qualunque motivo, in base alla motivazione ragionerò sul da farsi. Io ho visto in passato anche il caso di Nesta: la Lazio viveva un momento critico e aveva necessità economica di venderlo e lui ha accettato la situazione. Ma questo caso non mi sembra quello attuale della Roma”.
CONTENTO DEL LAVORO DEL CLUB
“A Cesena nell’ultima gara dell’anno scorso mi era stato chiesto cosa serviva alla Roma per essere competitiva nel futuro e allora io ho detto che per esserlo ci volevano investimenti, che in questi mesi ci sono stati. Sono infatti arrivati giocatori ambiti anche da altri club: non solo un attaccante e un terzino importanti, ma anche altri giocatori bravi che non conoscevo in precedenza e che sto scoprendo ora. Da questo punto di vista la risposta c’è stata. Ovviamente poi dispiace che sono andati via giocatori che hanno fatto parte di gruppo storico qui a Trigoria: da Heinze a Cassetti, da Pizarro a Okaka e non solo. Sono ragazzi che hanno dato molto sia in campo sia nello spogliatoio al nostro gruppo passato. Ma adesso ci sono tanti nuovi calciatori forti in arrivo e da questi si riparte: credo che noi “vecchi” dobbiamo e possiamo aiutarli a ricostruire quello che di buono abbiamo fatto in passato”.
CAMPAGNA ACQUISTI
“Non c’è un giocatore che mi ha colpito in particolare, sono tutti bravi. Destro e Balzaretti li conoscevo bene, ma la sorpresa più bella è rappresentata da Piris e Tachtisdis, calciatori che non conoscevo, anche se non vorrei dimenticarne altri. Bradley? È ancora più bravo di quanto pensassi. Non mi dimentichiamo Lamela, Bojan e Osvaldo, che hanno grandi capacità offensive e con il gioco di Zeman potrebbero fare cose incredibili. Romagnoli? Non è una scoperta perché mio padre lo ha allenato in Primavera e sapevo che giocatore fosse, spero che lui come Marquinhos siano pronti per giocare bene”.
AMBIZIONI DI SQUADRA
“Scudetto? Non voglio fare pronostici, perché spesso si fanno brutte figure a parlare in questo modo ad inizio stagione. La ma speranza è che la squadra entri almeno in Champions League, ma non sarà facile nemmeno questo traguardo. Il mio sogno, dopo anche aver giocato un Europeo ad alti livelli con la Nazionale, è quello di tornare a vivere le più importanti atmosfere europee con la Roma. Per quel che riguarda la serie A devo dire che quest’anno ci siamo rinforzati più di altri club e credo quindi che il divario tecnico, se c’era, si è sicuramente assottigliato. La Juve probabilmente ha un organico ancora più forte, ma non sempre la più forte vince, come è successo l’anno scorso con il Milan che alla vigilia godeva di tutti i favori del pronostico. La sensazione è comunque che si possa fare una grande stagione”.
ASPETTATIVE PERSONALI
“Quali miglioramenti personali mi aspetto dal gioco di Zeman? Non so dirlo ora. In campo vedo che quando prendo palla a centrocampo davanti a me gli attaccanti fanno mille movimenti e quindi fare assist forse sarà più agevole. Magari se giocassi più avanti, cosa che potrebbe anche succedere, potrei anche fare più gol. Vedremo”.
ZEMAN
“È uscito sui giornali che io ho problemi con il Mister e anche questa è una bugia clamorosa. A livello umano con il precedente allenatore Luis Enrique mi trovavo benissimo, è vero, e speravo che ci si potesse prendere insieme a lui una rivincita sul campo, ma non è andata così: comunque sia sono convintissimo che sarebbe stato in grado di farlo. Poi, quando questa estate stavano per scegliere il nuovo tecnico e si parlava di Montella e Zeman, io se devo essere sincero all’inizio speravo nel primo perché lo conoscevo bene, mentre credevo di potere avere problemi con il boemo. In queste settimane, invece, l’ho conosciuto e ho trovato una persona completamente diversa da quella che pensavo: il Mister è infatti anche umanamente piacevole, oltre le aspettative, e mi trovo davvero benissimo con lui. Per quel che riguarda poi il lavoro sul campo, certo, si fatica e si corre molto, ma questo credo che alla fine sia anche stimolante per noi che ci lavoriamo”.
DICHIARAZIONI E SCHERMAGLIE
“Se le dichiarazioni del Mister su Juve e dintorni ci possono precludere traguardi sul campo? Non credo, non più almeno. Certo è che quest’anno si comincia con un bel clima acceso: non solo per le frasi del Mister tra Roma e Juve, ma anche per quello che è successo in Supercoppa. Con la Juventus, ovviamente, c’è una rivalità da tifoso, ma con giocatori bianconeri la situazione è diversa, visto che molti di loro sono miei amici. Detto questo credo che il Mister debba essere libero di dire quello che pensa anche perché spesso le sue dichiarazioni si sono rivelate importanti per tutti coloro che amano il calcio. Io ora vorrei che tutto l’entusiasmo scaturito dal suo arrivo qui a Trigoria si tramuti in risultati per noi sul campo”.
AFFETTO
“La tifoseria mi ha accolto durante Roma-Aris con grande affetto, come sempre. Sicuramente ci sarà qualcuno che parlerà male di me quando sbaglierò, ovvio, si tireranno in ballo anche i soldi, come sempre accade nel calcio. L’offerta che ho ricevuto dall’estero? Io ho parlato quando ho rinnovato, a gennaio. Oggi voglio fare solo un discorso umano: se un giorno andrò via, dirò tutto in conferenza stampa, non mi nasconderò e non accollerò mai responsabilità a terzi”.
VECCHIO E NUOVO CORSO
“Differenze tra Luis Enrique e Zeman? Non posso fare un paragone. Con Luis Enrique mi trovavo benissimo dal punto di vista umano e calcistico, mentre Zeman l’ho ancora frequentato poco. Difficoltà ad adattarsi al suo sistema? Non credo che si debbano fare le capriole in campo per capirlo. Ci sono diverse interpretazioni del gioco, ma il calcio è sempre quello”.
Fonte: asroma.it Foto proveniente da asroma.it